SUL PELO DELL’ACQUA

Mississippi - 1885


Basta andare a bagnarsi i piedi in mare su di un fondale di pochi centimetri e già si avverte una frontiera fra due mondi che sembrano escludersi a vicenda ciascuno in posizione antitetica e irriducibile.
Ma invece non è così perché tra l’asciutto e il bagnato esiste una complementarietà che l’uomo ha inteso fin dai tempi in cui ha imboccato, vincendo grandi paure, la lunga e faticosa strada che lo ha condotto alla civiltà.
Dall’avventuroso sostegno su di un ammasso vegetale galleggiante, dalla piroga alla barca, dagli scafi più piccoli a quelli più grandi della nave vera e propria, dalla pagaia al remo, alla vela, alla propulsione meccanica il percorso è stato ben impegnativo aprendo un ventaglio di tipi e di impieghi che ormai non si contano più.
Ma nessuno si può fermare e il “tutto fatto” non esiste.
(vedi primo gruppo)

GLI INIZI E LA DIFFUSIONE
 
Si sono trovati infatti fino in epoca a noi vicina angolini riposti, fuori mano o di non facile accesso, con fondali molto basi e ben riparati dove il progresso sembra essersi fermato alle prime applicazioni della macchina a vapore mantenendo in servizio imbarcazioni ormai largamente sorpassate. Trattasi in sostanza di chiatte larghe e di poco pescaggio quali base di appoggio di una sovrastante struttura a ponte semplificata al massimo, con notevole capacità di carico tenuto esclusivamente in coperta e zona per passeggeri collocata sul ponte soprastante. Caratteristica saliente la propulsione per mezzo di una grande ruota a pale sistemata fuoribordo all’estremità della poppa con macchina a vapore a cilindro orizzontale o inclinato e caldaia a fuoco di legna.
Questi scheletrici cenni non sono che una mossa provocatoria in quanto, lo confessiamo, non disponiamo ora di alcuna conoscenza e documentazione tale da potere presentare meglio un argomento che, a ben vedere, è meritevole di considerazione. Confidiamo che qualcuno ne sarà edotto e vorrà dirci qualcosa.
Presentiamo intanto una piccola serie di disegni a titolo di semplice curiosità con natanti provenienti da zone tanto distanti le une dalle altre, chiaramente senza contatti e possibilità di reciproche influenze culturali, che però sembrano stranamente condividere l’idea. Si va infatti dalle zone calde dell’Africa all’America , dall’Australia alla Cina e perfino alla ben staccata Europa balcanica (ma come mai?, secondo quali influenze?) tanto che ne indichiamo la località, il Lago di Scutari e il fiume Bojana tra il Montenegro e l’Albania nei primi anni del 1900.

LE ACQUE SUD ORIENTALI DEGLI USA

Particolarmente ricche di tipi e di storia sono le acque costiere atlantiche orientali degli USA e il grande fiume Mississippi, che interessa una vasta zona dove nella seconda metà del 1800 si sono storicamente scontrate le due anime che hanno fatto grande il paese, l’agricola meridionale e la industriale settentrionale, con un coinvolgimento navale eccezionale rispetto all’epoca.

A questo punto si impone in questa rapida rassegna la divisione in due parti, una riguardante la marineria mercantile (A), e l’altra la marina militare (B) l’origine della quale rispecchia a ben guardare alcuni dettagli tipici della architettura mercantile, nata prima, per proseguire poi per proprio conto.

Mississippi

Nelle attività mercantili (vedi A) vengono a distinguersi nettamente i “riverboats” del Mississippi che, con la loro caratteristica architettura dominano incontrastati le scene della seconda metà del 1800 con alcuni esemplari che giungono fino a tempi a noi vicini quali testimonianza epocale storica. Mantengono lo scafo come chiatta a pelo d’acqua ma crescono in fatto di grandezza e numero di ponti richiesti da un grande numero di passeggeri cedendo da ultimo il posto a costruzioni del tutto differenti che esulano completamente dal tema. Richiama l’attenzione la propulsione assicurata da una grande ruota fuoribordo a poppa capace di movimentare una spumeggiante spettacolare massa d’acqua che rivela una forte potenza in cavalli vapore. Ma non sono mancati tipi muniti della classica propulsione laterale a due ruote probabilmente propria della navigazione dal mare fino a Nuova Orleans mentre i tipi con la grande ruota poppiera mantenevano i collegamenti con gli scali del Mississippi settentrionale dove i fondali più sono bassi.

Intensissimo il movimento commerciale specialmente del cotone, principale prodotto agricolo richiesto dalle industrie del Nord, che attira gente d’ogni risma tant’è vero che alcuni di questi battelli finiscono come bische ed equivoci luoghi di ritrovo. Non rare le gare tra concorrenti per attirare l’attenzione in scene già di per sé animate, che i giornali locali non mancavano di esaltare.



La guerra civile negli USA tra il 1861 e il 1865 ha scritto sulle acque del mare e dei fiumi (vedi B) molte pagine di grande interesse che hanno coinvolto sia la marina confederata che quella unionista in una gara di nuovi interessanti progetti. Basti por mente ai sottomarini “Hunlei” e “David” sudisti e al “Monitor” nordista.
La necessità di portare mortai e cannoni alla ravvicinata distanza in cui in quell’epoca l’artiglieria poteva operare , portava gli Unionisti a imbarcare i pezzi su chiatte per poter battere le opere murarie avversarie rivierasche, ma è con il battello battezzato “Monitor” (il cui nome passerà a designare non solo in USA ma anche all'estero tutta una classe di navi di poco pescaggio) che nasce quel singolare tipo di battello che la marina degli USA mette in servizio, tra il 1861 e il 1874, in ben 59 unità, inizialmente privo di soprastrutture salvo una torre corazzata con due grossi cannoni Dahrlen e una ciminiera. Tipo inconfondibile che verrà modificato progressivamente tanto da fargli perdere ogni caratteristica iniziale mantenendolo ancora per qualche tempo fino agli inizi del 1900. Non è comprensibile come ciò può essersi verificato in epoca dei grandi progressi resi possibili dalla rivoluzione industriale, tali da declassare in poco tempo le nuove realizzazioni. È notabile che, rispetto agli scafi a chiatta dai quali sembra che abbiano preso le mosse, lo spazio in carena e quindi il pescaggio dei questi monitori è aumenta come conseguenza del fatto che la propulsione viene assicurata dall’elica completamente immersa al posto della ruota vistosa ed esposta a tutte le offese.
I monitori americani compaiono anche sui corsi d'acqua minori interni in costruzioni di tonnellaggio ridotto riprendendo la propulsione con la ruota fuori poppa. Se ne trova uno operante nel Far West all'epoca delle guerre indiane.

I MONITORI EUROPEI

I monitori comparivano in Europa nell’impero austro-ungarico con impiego nel particolare bacino fluviale del Danubio e dei suoi affluenti segnanti confini tra stati spesso in contrasto tra di loro, ma trattasi più che altro del mantenimento di una nomenclatura che non corrisponde al tipo americano.
Con l’entrata in servizio nel 1871 dei monitori Leitha e Maros entrava in attività la Flottiglia del Danubio, con sede e comando a Budapest, che raggiungeva da ultimo la forza di 10 monitori fluviali, 8 vedette, un posamine a ruote, una nave ospedale, 5 piroscafi armati e più battelli ausiliari. Facevano parte integrante dell’esercito con equipaggi preparati dal Distaccamento della Marina a Budapest e con reclutamento esteso a tutto il territorio dello stato.
Molto intensa l’attività esplicata in tutta la durata della grande guerra implicante la Romania, la Serbia, la Bulgaria, la Turchia e, uscita la Rusia dal conflitto, con missioni a Odessa e di là sui fiumi dell’Ucraina finché il 6 novembre 1918 l’intera Flottiglia si ritirava a Budapest alzando la bandiera ungherese. I seguenti trattati di pace portavano alla sua abolizione e alcuni battelli passavano alla Romania e alla Serbia a titolo di indennizzo.

I SEMISOMMERGIBILI

Riesce difficile in periodo di piena rivoluzione tecnologica al tempo del siluro divenuto potente arma affidabile, del sottomarino in fase di superamento dell’ “apprendistato”, delle artiglierie a lunga gittata, della necessità delle navi contrapposte di stare lontane le une dalle altre il più possibile, riesce difficile concepire il semisommergibile che proprio la marina USA ha inteso testardamente mantenere fino al 1907 dal tempo della torpedine ad asta (torpedine tenuta posizionata sulla cima di una lunga asta che una veloce imbarcazione portava audacemente ad esplodere a contatto dello scafo di una nave avversaria).
Il semisommergibile nasceva nel 1864 durante la guerra civile americana per opera degli Unionisti secondo un concetto operativo simile. L’attaccante, in fase di avvicinamento, doveva sfruttare l’effetto sorpresa e per farsi vedere il meno possibile faceva scomparire lo scafo sotto il pelo dell’acqua lasciando scorgere soprastrutture ridotte al minimo (da qui il nomignolo).
Il semisommergibile trovava qualche credito anche in Inghilterra e va citato l’HMS “Poliphemus” fatto oggetto di studi applicativi con soluzioni originali (aveva lo scafo ovalizzato), armato con due siluri, ma sostanzialmente non rispondente a quanto prendeva ormai piede.
Non può destare meraviglia che il tipo sia rimasto emarginato. Ciononostante l’idea non veniva abbandonata , e verso la fine del secolo, nel 1895, entrava in servizio lo statunitense Katahdin, munito di robusta prua ad ariete, due eliche, che è considerato la costruzione migliore con la quale però viene a cessare nel 1909 ogni interesse per i semisommergibili chiudendo con ciò una pagina di storia marinara assai singolare.


Disegni:
Battelli civili
Battelli militari nordamericani
Battelli militari austriaci


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A.C.